Sotto una forte pioggia nel centro storico di Évora, domenica 20 marzo, Orluis Aular ha celebrato la sua prima vittoria alla “Volta ao Alentejo”. È una corsa ciclistica a tappe detta anche Alentejana e giunta quest’anno alla sua 39° edizione. Il venezuelano della squadra spagnola Caja Rural-Seguros RGA ha vinto due tappe. Domenica ha concluso l’ “Alentejana” con cinque secondi di vantaggio su Xabier Azparren (Euskaltel Euskadi).
Una gara tra fatica, passione e bellezza
L’ultima corsa a tappe della Volta ao Alentejo si è conclusa appunto a Évora come già detto, Città Patrimonio dell’Umanità/Unesco. Nell’albo d’oro della competizione figura anche la vittoria di Miguel Indurain nel 1996; ma più che per il blasone della gara a tappe, correre qui è soprattutto un modo per scoprire l’Alentejo. Quella regione a sud del Portogallo, tra Spagna, Oceano Atlantico, sopra il ben più celebre Algarve. È terra di emigrazione, di uomini e donne partiti verso Lisbona e l’estero in cerca di fortuna e lavoro, di conquiste arabe e riconquiste cristiane. Non solo, terra di case vinicole e di produttori di olio; di città fantasma e di Cante Alentejano, patrimonio culturale e immateriale dell’umanità Unesco dal 2014.
È quello che viene cantato all’inizio di ogni tappa, un canto corale che accompagnava tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento chi lavorava nei campi. Ripreso poi nelle piazze delle città durante le feste di paese ed i momenti di svago. Dopo la Seconda guerra mondiale, con la progressiva meccanizzazione dell’agricoltura e con la diffusione della radio e poi della televisione, questo canto tipico, soprattutto nel sud della regione, subì un declino che parve a molti inevitabile. C’hanno pensato associazioni culturali e turistiche a riportarlo in auge.
Nel 2014 un docufilm di Sergio Tréfaut, Alentejo, Alentejo, che narra le gesta di un gruppo di amanti di questo canto corale, lo ha fatto conoscere in tutto il Portogallo. Il viaggio della corsa non assomiglia a questa terra raccontata in Levantado do Chão (Una terra chiamata Alentejo) dal premio nobel per la letteratura José Saramago. Un Alentejo latifondista e agricolo che in questi giorni, è altro, è un rincorrersi di biciclette sino a Évora, il capoluogo della regione.