La quarta dose di vaccino Pfizer o Moderna contro il covid non fornisce più protezione contro il contagio della variante Omicron. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Israele. Lì i sanitari e le persone fragili oltre i 60 anni stanno già ricevendo la 4a dose.
Il numero di volontari non è elevato ma è la prima ricerca sulla quarta dose
È quanto si legge in una nota diffusa dall’ospedale israeliano. Per la ricerca sono stati reclutati 154 medici fra il personale dello Sheba Medical Center, sottoposti alla quarta dose del vaccino Pfizer, e altri 120 che si sono offerti volontari per il vaccino di Moderna. Numeri quindi non molto elevati rispetto ad altri studi che vedono coinvolti migliaia di volontari.
I risultati mostrano che una settimana dopo che le persone hanno ricevuto il vaccino Moderna (dopo che in precedenza avevano ricevuto 3 dosi di Pfizer), l’aumento dei livelli di anticorpi è stato simile a quelli che hanno ricevuto con la quarta dose del vaccino Pfizer (dopo che in precedenza avevano ricevuto sempre 3 dosi di Pfizer).
La direttrice dell’Unità malattie infettive, che ha guidato lo studio, professoressa Gili Regev-Yochay, ha dichiarato che “l’aumento dei livelli di anticorpi che abbiamo visto sia con Moderna che con Pfizer è leggermente superiore a quello visto dopo la terza dose di vaccino di richiamo. Ma “malgrado la crescita del livello di anticorpi, la quarta dose offre soltanto una difesa parziale contro il virus”, ha spiegato la professoressa. “Abbiamo visto molte persone infettate con Omicron dopo la quarta dose”. Il ministero della Salute israeliano ha cominciato a fornire la quarte dose dal mese scorso ai pazienti immunocompromessi, agli operatori sanitari e ai cittadini con più di 60 anni. Fino a domenica scorsa hanno ricevuto la quarta dose circa 500mila israeliani.
Variante Covid: prima o poi “saremo tutti contagiati” da Omicron afferma Carlos Antunes
In un’intervista alla Cnn Portogallo, il matematico e professore della Facoltà di Scienze di Lisbona ha affermato che a marzo potrebbero esserci già sette milioni di contagiati nel Paese. Lo specialista spiega che l’elevata capacità di mutazione del virus non lascia dubbi agli epidemiologi sul fatto che non saremo in grado di eradicare questo virus.
Tuttavia il numero di casi non trova corrispondenza con i ricoveri. Rispetto ad un anno fa “abbiamo in media una riduzione del 90% dei ricoveri, ed una riduzione dell’85% dei decessi” afferma Carlos Antunes. “Questa differenza ha due spiegazioni: da una parte è il risultato della vaccinazione, che ha un impatto minore nelle situazioni gravi; dall’altra la minore gravità di questa nuova variante, che sappiamo avere un’elevata trasmissibilità ma un basso degenero in termini di situazioni gravi”.
Nell’ultimo incontro Infarmed, gli esperti hanno previsto che il Portogallo dovrebbe raggiungere il picco della quinta ondata nella seconda metà di gennaio. Tre possibili scenari potrebbero determinare il picco nel Paese: 42.000, 80.000 o 130.000 casi giornalieri.