La Bolsa de Turismo de Lisboa (BTL), la fiera del turismo in Portogallo, apre i battenti dopo una pausa di 2 anni. Un’evento chiave per l’economia lusitana che confida nel 10% del PIL proveniente dal settore turistico. Padrone di casa è Luis Araújo, presidente di Turismo de Portugal (TP); che, in conferenza stampa di apertura dei lavori in fiera, immagina una buona ripresa per il settore ricettivo; nonostante il clima di incertezza e di timore generato dal conflitto Russia-Ucraina.
Le prenotazioni dei voli in arrivo ad aprile, come afferma il presidente di TP, sono superiori al 500% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso; ma non ancora ai livelli del 2019. Anche la capacità aerea sta lentamente tornando ai livelli pre-pandemia; con le compagnie aeree che percependo le richieste del mercato, settimanalmente rinforzano i loro operativi verso il Portogallo.
“Ci sono buone prospettive per i prossimi mesi, ma è importante che questa guerra [in Ucraina – ndr ] finisca rapidamente. Questo senza intaccare la fiducia nel settore turistico in tutto il mondo. Inoltre, che le restrizioni ancora esistenti a causa del covid vengano rimosse”, ha sottolineato Araújo.
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Vecchi e nuovi mercati per salvare il futuro del turismo in Portogallo
Il presidente di TP traccia il percorso dell’agenzia. “Massima priorità ai mercati turistici di vicinanza” riferendosi a quello spagnolo. Poi, mercati come il Regno Unito, Germania, e Francia “saranno molto importanti quest’anno”. Ma senza dimenticare “quelle provenienze che stavano crescendo ad un forte ritmo, come quelle dagli USA, Canada, Brasile”. Sono visitatori che richiedono servizi in bundle come l’enoturismo, turismo letterario, arte e architettura. Questo è un turismo diverso che il Portogallo deve accaparrarsi.
Il Portogallo punta anche su mercati più piccoli come la Corea del Sud, Giappone ed altri paesi asiatici. Luis Araújo ha osservato che però “tutto dipende dalla connettività disponibile”. “Siamo molto appetibili per le compagnie aeree, con nuove rotte o con il potenziamento di rotte già esistenti“. Concludendo che “nel 2023 ritorneremo ai livelli ricettivi del 2019”.
Interpellato sulla mancanza di manodopera di cui soffre il settore turistico in Portogallo, Luís Araújo ha sottolineato che; “È una questione demografica, la popolazione sta invecchiando e abbiamo bisogno di forza lavoro. Ma questo può essere risolto con l’immigrazione”, ha affermato, sottolineando che già esiste “l’accordo tra India e Portogallo per semplificare i visti di lavoro”. Nonché “l’accordo tra la CPLP [Comunità dei paesi di lingua portoghese] per accogliere i lavoratori in Portogallo; o quello recente rivolto ai rifugiati, che sono una potenziale forza lavoro”. Ma non si deve trascurare sia “la componente formativa” che “l’attrattività delle offerte di lavoro: con i salari, le condizioni di lavoro e piani per le carriere”.