I dati dell’INE resi noti la scorsa settimana, mostrano che un portoghese su sei (17,5%) ha difficoltà a riscaldare la propria casa, con una percentuale in aumento rispetto al 16,4% del 2021. L’impossibilità di consumare un pasto a base di carne, pesce o vegetariano almeno ogni due giorni riguarda oggi il 3% della popolazione (2,4% nel 2021).
I dati statistici raccolti sulle condizioni di vita dei portoghesi fanno riferimento al 2022, anno molto segnato dall’inflazione
Sebbene questi indicatori riflettano la situazione delle famiglie nella prima metà dell’anno 2022, si evincono chiaramente i segnali di un certo peggioramento delle loro condizioni di vita. “Alcuni effetti dell’inflazione e dei prezzi dell’energia sono già stati parzialmente rilevati da questi indicatori. È chiaro che si tratta di indicatori da seguire molto da vicino perché possono fornire informazioni molto rilevanti sulle attuali condizioni di vita dei portoghesi”, afferma Carlos Farinha Rodrigues, professore dell’Istituto Superiore di Economia e Management (ISEG).
L’anno scorso è aumentata anche la percentuale di popolazione povera che vive senza servizi igienici (doccia, bagno e WC), passando dallo 0,7% all’1,3%. Secondo l’INE, questo rappresenta un’inversione di marcia rispetto al passato.
“È stato rilevato anche un peggioramento delle condizioni strutturali delle case e l’immobiliare è uno dei settori che contribuirà maggiormente all’aumento della povertà familiare nel prossimo futuro”
Carlos Farinha Rodrigues
L’INE richiama anche l’attenzione sul problema degli alloggi in Portogallo. “Senza dubbio, nel prossimo futuro, il costo delle case avrà un ruolo sempre più negativo nel determinare la povertà delle famiglie. Oltre ad avere problemi legati alla mancanza di liquidità, le famiglie lamentano l’accesso a beni e servizi di prima necessità, come la casa“, sottolinea Farinha Rodrigues, specialista in povertà e disuguaglianza.
Più di 1,6 milioni di portoghesi vivono al di sotto della soglia di povertà, cioè con meno di 540 euro al mese. I dati pubblicati sulla povertà si riferiscono anche all’anno 2021. La popolazione a rischio di povertà è scesa dal 18,4% nel 2020 al 16,4% nel 2021, recuperando così la traiettoria positiva registrata prima della pandemia. Sebbene sia ancora leggermente superiore a quella del 2019 (16,2%), che è stato l’anno con i valori più bassi di sempre negli indicatori di povertà, ci sono segnali di ripresa della situazione precedente.