Stando agli ultimi dati dichiarati dall’Ente, sono 326mila i pensionati residenti all’estero. Sparsi in circa 165 paesi. Complessivamente vengono pagati oltre 1,4 miliardi di euro. Si tratta di prestazioni pensionistiche erogate nel 56% dei casi in Europa. In arrivo la stretta Inps per i pensionati che hanno lasciato il bel paese. Dal 14 settembre scattano i controlli rafforzati sulle pensioni pagate all’estero, che rappresentano il 2,4% del totale delle pensioni erogate dall’INPS. Entro gennaio 2023 bisognerà dimostrare l’esistenza in vita, altrimenti la pensione di febbraio sarà pagata solo in contanti. La mancata presentazione della documentazione richiesta provocherà la sospensione del pagamento dell’assegno a partire da marzo 2023.
La verifica dell’esistenza in vita dei pensionati non sarà effettuata direttamente dall’INPS, ma lo farà una banca selezionata ad hoc che gestisce già il pagamento delle pensioni oltre confine. Sarà infatti Citibank NA a curare la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita nei confronti dei pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. Il termine massimo di risposta per i pensionati destinatari è fissato entro il 12 gennaio 2023.
Chi rischia ora di perdere la pensione…
Questa la minaccia apparsa sui quotidiani nazionali negli scorsi giorni. Ma leggendo gli articoli, si fa riferimento ad un comunicato dell’Ente di Previdenza Sociale datato 6 settembre. Dove semplicemente viene indicato ai nostri connazionali, che hanno scelto di cambiare vita verso paesi esteri, di dimostrare la loro esistenza in vita. Nessuna azione punitiva dell’INPS.
Controlli scaglionati nel tempo per evitare abusi, appetibili da parte di chi confida che l’Istituto non scopra del decesso di un pensionato residente all’estero. Truffe per poter continuare a godere della pensione del defunto. A partire dal 14 settembre l’Inps ha disposto una verifica più minuziosa nei confronti di tutti i pensionati residenti all’estero. Quindi chi è già in regola con questa procedura non dovrà temere nulla.
Sempre più pensionati scelgono una nuova vita all’estero
I numeri che ben fotografano questo particolare fenomeno migratorio, quello degli italiani a riposo che preferiscono cominciare una nuova vita in una nazione estera, vengono forniti dalla fondazione Migrantes. Ad esempio dal 2017 al 2021, le persone che si sono trasferite in Portogallo dopo aver terminato di lavorare sono triplicate rispetto agli anni precedenti. Da 994 pensionati si è passati a 3.500 nel giro di poco tempo. Nel paese Lusitano si rifugiano soprattutto i pensionati più ricchi, quelli che hanno assegni mensili che superano i 4mila euro lordi. Gli altri preferiscono la Tunisia o la Spagna. A decidere spesso sono i commercialisti con calcoli fatti al centesimo per garantire una migliore prestazione mensile.
Tornando alle verifiche commissionate dall’INPS le aree interessate sono quelle dell’Europa. Sono escluse per ora la Scandinavia e i Paesi dell’Est, come l’Oceania e l’Africa. Le comunicazioni saranno inviate a partire dal 14 settembre ed i pensionati dovranno far pervenire le attestazioni di esistenza in vita entro il 12 gennaio del 2023. Per sistematizzare lo svolgimento dell’attività di verifica, l’Inps ha chiesto a Citibank di escludere dall’accertamento alcuni gruppi di pensionati. Non saranno per ora oggetto di controlli i pensionati che vivono in Paesi in cui operano istituzioni con le quali sono stati stipulati accordi di collaborazione per lo scambio telematico di informazioni fiscali.
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