Secondo un recente rapporto di Eurostat, il numero di portoghesi che non possono permettersi un pasto completo, includendo carne, pesce o un sostituto vegetariano, è aumentato nel corso del 2022. Nonostante ciò, il Portogallo si posiziona al di sotto della media europea in questo indicatore.
Secondo i dati, la percentuale della popolazione portoghese che non può permettersi un pasto completo ogni due giorni è passata dal 2,4% nel 2021 al 3% l’anno scorso, interessando circa 313 mila cittadini.
Nonostante questo aumento, il Portogallo si colloca al di sotto della media europea, che è pari all’8,3% (anch’essa in aumento rispetto al 7,3% del 2021), e si posiziona al 21° posto tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea.
Alcuni Paesi con percentuali inferiori rispetto al Portogallo includono la Finlandia (2,6%), la Svezia (2,4%), la Danimarca (2,2%), il Lussemburgo (1,8%), Cipro (1,5%) e l’Irlanda (1,5%).
Nel contesto della popolazione portoghese a rischio di povertà, ovvero con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano equivalente disponibile, la percentuale di persone che non riescono a consumare un pasto completo ogni due giorni è aumentata dallo 5,9% nel 2021 al 7,2% l’anno scorso.
Altri Paesi europei con la più alta percentuale di persone a rischio di povertà che non possono permettersi un pasto a base di carne, pesce o un equivalente vegetariano sono la Bulgaria (44,6%), la Romania (43%) e la Slovacchia (40,5%). A livello dell’Unione Europea, la media di questa percentuale di popolazione è cresciuta dal 17,5% al 19,7% nel 2022. Le percentuali più basse si registrano in Irlanda, con il 5%, il Lussemburgo, con il 5,1%, e Cipro, con il 5,6%.