Lo stato di calamità è un gradino inferiore rispetto allo stato di emergenza, legittima la forma giuridica del regime di contenimento; è più rigido rispetto allo stato di contingência. Il Governo ed i Comuni hanno il potere di emanare le misure restrittive che rientrano nello stato di calamità, sia a livello nazionale o solo a livello locale; come già accaduto un anno fa con le misure restrittive nella zona di Ovar, e successivamente nei concelhos di Vale do Ave.
Mentre lo stato di emergenza resta in vigore per un periodo di quindici giorni, lo stato di calamità non ha una scadenza definita. Il riferimento alla zona di applicazione e alla durata saranno, tuttavia, inserite in una delibera del Consiglio dei Ministri; spetterà poi alla Protezione Civile il coordinamento.
La fine dello stato di emergenza coincide con maggiori libertà personali, per esempio decade il dovere di raccoglimento obbligatorio. Nello stato di calamità è però possibile deliberare limiti o regole applicabili alla circolazione di persone o veicoli; in particolare con l’introduzione di controlli al fine di prevenire la diffusione di nuovi focolai. In altre parole, il Governo potrà continuare a imporre limitazioni alla circolazione tra i comuni più colpiti dalla pandemia e che sono indietro rispetto al piano delle riaperture.
È prevista anche la possibilità di “razionalizzare l’uso dei trasporti pubblici, delle comunicazioni e della fornitura di servizi, nonché il consumo di beni essenziali”. Le autorità potranno, in qualsiasi momento, sospendere attività o chiudere esercizi commerciali qualora rappresentino un rischio per la salute pubblica.
Dall’altra parte spetta a tutti i cittadini o enti di collaborare con le autorità, nel rispetto di tutte le linee guida, pena incorrere nel “reato di disobbedienza”.