Non è ancora emergenza, ma la siccità in Portogallo inizia a preoccupare. Da novembre dello scorso anno, le riserve di acqua nelle dighe portoghesi è calata. La situazione è più grave al sud, ma interessa l’intero territorio nazionale. Questa situazione è dovuta alla mancanza di pioggia, con statistiche meteo che indicano che il primo mese del 2022 dovrebbe essere tra i tre gennaio più secchi degli ultimi 20 anni.
Per ora gli effetti della mancanza di pioggia si fanno sentire nei pascoli, che hanno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo. Poi soffrono le culture invernali, sopratutto i cereali. Quindi toccherà ai frutteti al di fuori delle aree irrigue. In questo momento, i livelli dei bacini idrici sono particolarmente bassi. Il governo corre ai ripari con alcune misure atte a mitigare l’impatto della situazione. Tra questi il freno alla produzione di energia elettrica in cinque dighe del Paese e chiudendo il rubinetto alle irrigazioni con acqua della diga di Bravura, in Algarve. Ma questo ha un prezzo per tutti noi.
Aumenta il costo della spesa nei supermercati
La siccità purtroppo è causa di danni rilevanti, sia per quanto riguarda la quantità sia la qualità dei raccolti. Vanno in sofferenza gli allevamenti di bestiame. Crescono lentamente i pascoli, e gli allevatori sono costretti a rifornirsi di cibo e di acqua. Costi che ricadono sul prezzo al consumo di carni e di tutti i prodotti caseari. L’acqua può essere un fattore di costo in un momento in cui i raccolti sono compromessi dalla siccità. Quindi spesa al supermercato diventa più cara con prodotti di qualità inferiore.
Il costo della corrente e l’approvvigionamento dell’acqua potabile
La priorità è la distribuzione idrica dell’acqua potabile. Quella che ci esce dai rubinetti. Da questo punto di vista l’approvvigionamento non è in discussione e non è a rischio. Per contrastare la siccità il Governo del Portogallo ha disposto la sospensione dell’uso dell’acqua per la produzione di energia elettrica nelle dighe del Alto Lindoso e Touvedo, nel distretto di Viana do Castelo, Cabril (Castelo Branco) e Castelo de Bode (Santarém). Conseguenza? Meno 49% di produzione nazionale di energia. Secondo l’ADENE, nelle “prime tre settimane di gennaio, dei 3.432 GWh consumati, il 53,8% proveniva da fonti rinnovabili, il 29,7% da fonti non rinnovabili e il restante 16,4% è stato comprato all’estero. A fronte di un consumo inferiore, rispetto ad un anno fa, si è importato l’8,6% in più di corrente. Tra i produttori esteri c’è da considerare che la Spagna continua a mantenere in funzione le centrali a carbone.
Qualità dell’aria in peggioramento
La diminuzione delle piogge fa durare più a lungo la sospensione degli allergeni circolanti, provocando un maggior numero di reazioni allergiche. L’aria secca favorisce alcune broncocostrizioni e problemi respiratori. Poi le centraline registrano picchi di polveri sottili e biossido di azoto. Ma il vento aiuta, pulendo l’aria, e almeno quello in alcune zone del Portogallo non scarseggia.
Ora tutti a lamentare la mancata chiusura delle stalle dopo la fuga dei buoi. I sindaci dell’Algarve sollecitano una riorganizzazione dell’agricoltura nella regione. La Confederazione Nazionale dell’Agricoltura lamenta la mancanza di misure preventive. La Confederazione degli Agricolotri Portoghesi richiede l’intervento del Governo dopo che il raccolto invernale è oramai compromesso. L’unica voce inascoltata resta quella degli ambientalisti. La siccità, non solo in Portogallo, ci obbliga a concentrarsi sul lungo termine. Bisogna prevedere il futuro analizzando il passato. Ovvero reagire alla tendenza verso l’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni.
Crediti fotografici: foto Facebook Carlos Silva (Almeida) / elaborazione Leggo Algarve. Titolo: Gli effetti desolanti della siccità in Portogallo