Per coloro che sono già a conoscenza della storia della signora C.P., 64 anni, portoghese e residente in Lussemburgo, l’epilogo del racconto li lascia a bocca aperta. Un colpo di scena degno delle migliori scenografie. Parliamo di Guyzmo, Mikette e Choupinette questi i nomi dei tre felini che accompagnavano sempre la signora nei suoi viaggi. Almeno fino allo scorso 9 agosto. Quel giorno i tre gatti avrebbero dovuto arrivare in Lussemburgo con un volo Tap da Porto. Invece per la signora alla destinazione, il peggiore degli incubi, i suoi gatti non erano a bordo dell’aereo, erano scomparsi in aeroporto. Per tre mesi più nessuna notizia, solo un susseguirsi di rimbalzi di responsabilità. Il caso negli ultimi tempi ha sollevato una forte indignazione popolare. Fino all’inimmaginabile finale di questi giorni. Ma partiamo dal principio.
I gatti scomparsi in aeroporto prima di imbarcarsi
Lo scoro 9 agosto, la signora C.P. aveva programmato di far viaggiare i suoi tre gatti da Porto a Lussemburgo con un volo TAP alle 10:30 in partenza dall’aeroporto Francisco Sá Carneiro. I biglietti aerei, per i gatti, avevano un costo complessivo di 600 euro. Inizialmente, tutto sembrava procedere secondo i piani. Tuttavia, nel corso delle ore, la situazione prese una svolta negativa quando il figlio di C.P. contattò la madre, comunicandole che un veterinario dell’aeroporto aveva perso i gatti e che non erano neppure saliti sull’aereo.
A distanza dal Portogallo, sentendosi impotente, la proprietaria prese la decisione di acquistare immediatamente un biglietto aereo per fare ritorno a Porto. Per cinque giorni, C.P. dormì nel terminal dell’aeroporto, dedicandosi alla ricerca di informazioni sui suoi amati animali domestici. Descrivendo la sua esperienza, la donna racconta che ha trascorso una notte a terra e altre quattro notti sulle sedie nell’aeroporto. Durante le quali non è riuscita a mangiare a causa del trauma emotivo. Chiede aiuto dunque all’associazione Pet in Town, dichiarando di essere disperata. Ma anche ostacolata dalla sicurezza aeroportuale. Nonostante i suoi sforzi, nessuno nell’aeroporto sembrava prestarle attenzione o fornirle assistenza, nemmeno di fronte alle sue lacrime.
“Gatti Scomparsi in Aeroporto”: il caso diventa di dominio pubblico
Maria Silva, già impegnata nel trovare numerosi animali smarriti, ha notato una pubblicazione su Facebook. Da allora, si è dedicata con varie telefonate alla direzione dell’aeroporto. Purtroppo, le informazioni ottenute sono state sempre contrastanti, e di scarso aiuto. Dopo diversi giorni, Maria è riuscita a parlare con una addetta del servizio “Lost and Found”. Quest’ultima le avrebbe raccontato che i tre gatti erano fuggiti. Un dipendente addetto al carico e scarico degli aerei ha inavvertitamente aperto la porta del trasportino permettendo ai gatti di scappare. Da quell’istante, si è scatenato un vero e proprio rimbalzo di responsabilità tra la TAP e le società che gestiscono l’aeroporto.
Persino il partito politico PAN era intervenuto, dando grande risalto alla storia. Molte associazioni per la protezione degli animali hanno quindi iniziato una petizione per denunciare pubblicamente lo scandalo descritto nei fatti. Mentre si cercava di ricostruire nel dettaglio l’accaduto, da parte dell’associazione Gatos Urbanos, la svolta inaspettata.
I gatti scomparsi non erano mai giunti in aeroporto, bensì erano stati abbandonati per strada
Partono le indagini, ma i figli di C.P. evitano tutti i tentativi di contatto. Il fatto non suona bene. Così l’associazione ha deciso di sospendere la denuncia pubblica. Qualcosa di strano era accaduto quel 9 agosto. Si è così scoperto che la storia è stata inventata dai figli della proprietaria dei tre gatti. “Dopo tutto questo tempo, noi e la signora Maria da Silva, con la collaborazione di Filipa Carneiro dell’IRA, abbiamo effettuato molteplici indagini e incrociato informazioni. Siamo giunti alla triste conclusione che tutto è stato un inganno. Le vittime sono state la proprietaria degli animali, … malata cardiaca, e i tre gatti. Si è messa anche in discussione la reputazione di ANA, della TAP e della Groundforce, su cui sono stati sollevati ingiusti sospetti”, sottolinea in un comunicato Gatos Urbanos.
Dunque con l’aiuto di Maria Silva e dopo aver incrociato diverse informazioni, il gruppo investigativo è giunto alla conclusione che i gatti sarebbero stati abbandonati dal figlio della proprietaria. “Siamo ora in grado di riferire che i tre animali non sono mai entrati nell’aeroporto e che sarebbero stati abbandonati da uno dei figli di C.P., a sua insaputa, vicino al campeggio di Esmoriz, Ovar”.
E si trovavano proprio in quella zona. Oggi due dei tre gatti sono di nuovo con la loro proprietaria, in Lussemburgo. Il più anziano dei tre ancora risulta scomparso. Si continua a cercarlo. Restano da capire le eventuali responsabilità civili e penali a carico dei figli della signora. Se dimostrato, resterà comunque il gesto orribile perpetrato dai figli verso la madre.