Tutti matti per Faceapp. Dopo il successo del 2019, l’applicazione per smartphone che permette di modificare i propri connotati torna di moda e adesso cambia sesso. Il recente aggiornamento è tornato virale. E anche la discussione sulla politica sulla privacy.
Eppure la piattaforma di Facebook che ci trasforma da donna a uomo, e viceversa, o da giovani ad anziani, raccoglie veramente i nostri dati
Stando alle dichiarazioni del fondatore, infatti, le foto rimangono “in archivio” solo 48 ore, e i dati non vengono venduti a terzi, ma nelle condizioni di utilizzo tutto questo non viene menzionato.
FaceApp esiste sia per iOS che per Android
È stata sviluppata dalla società russa Wireless Lab tre anni fa, ma è entrata nei social network solo nel 2019. L’app che andava tanto di moda l’anno scorso, quella che gli mandi una tua foto te la restituisce che sei vecchio e che aveva sollevato un vespaio perché non si sapeva che fine facessero le nostre immagini. Adesso, invece, offre un filtro che ci consente di cambiare sesso. E i social network sono pieni di foto dei nostri amici, conoscenti e persino vip con un genere diverso da quello con cui sono nati.
Ma le preoccupazioni su ciò che rimane scritto nel piccolo documento della sua politica sulla privacy non sono scomparse
Aggiornata all’inizio di giugno, l’app ci chiede di accettare che il sistema registri l’IP del dispositivo e la pagina Web visitata prima di utilizzare il sistema. Inoltre avvisa che registrerà le pagine visitate, l’ora e la durata degli accessi e che queste informazioni, in forma anonima, potrebbero essere trasferite a terzi. Tutto perché siamo costretti ad accettare un requisito che continua a nascondere alcune inquietanti sorprese.