È successo tutto in una serata. Avrebbe dovuto essere un finale al fotofinish tra il Partito Socialista (PS) e il Partito Socialdemocratico (PSD, centrodestra). Invece, le elezioni in Portogallo, sono finite per assegnare una maggioranza assoluta al partito di António Costa. Brutto tonfo, invece, per i socialdemocratici di Rui Rio. Tanto da dichiarare l’intenzione di dimettersi, la notte stesse degli scrutini.
Complicato decifrare un cambiamento così improvviso e profondo. Di certo non è il risultato della campagna elettorale di António Costa, a nostro giudizio spesso sottotono. Potrebbe invece, aver giocato a favore dei vincitori, l’essersi misurati contro avversari politici che hanno puntato tutto sull’incertezza del futuro. Un boomerang. Coi sondaggi che prevedevano un Parlamento senza una maggioranza; si è imbeccata l’idea che un voto utile lo sarebbe stato solamente se dato ai socialisti. Così i portoghesi, alla fine, hanno scelto un sistema di governo già rodato.
Costa conquistando la maggioranza assoluta, entra nella storia della democrazia portoghese
Non si tratta solamente di una vittoria inaspettata. Il risultato delle elezioni in Portogallo sono un biglietto di prima classe per raggiungere risultati straordinari in un Europa, scissa a livello politico come non mai. Pensate ad Angela Merkel e alla stabilità della Germania. Ecco se non vi saranno intoppi, António Costa avrà governato per un decennio. Prendendo in mano il paese dopo i crudeli vincoli della Troika. Attraversando la peggiore crisi sanitaria ed economica degli ultimi decenni; definendo il futuro di un paese pronto a voltare pagina.
Se dopo la pandemia, Costa è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta Parlamentare, è perché gli elettori gli riconoscono il lavoro svolto. Il paese ora è nelle condizioni per occupare i primi posti nella ripresa economica. Non hanno vinto le grandi promesse o i progetti ambiziosi; hanno vinto le elezioni in Portogallo la cautela e la fiducia. Cautela e fiducia sono l’espressione della moderazione politica di António Costa. Sono un mandato di stabilità politica, sono un appello alla protezione dello stato delle cose.
Il Psd è la principale vittima di questo conformismo, ma non l’unica
Il risultato delle elezioni in Portogallo ha punito severamente la sinistra radicale. Quella parte del Parlamento che bocciando la legge di bilancio aveva provocato la caduta del Governo. Gli elettori di sinistra hanno votato per togliere di mezzo la “geringonça”, che dal 2015 teneva in piedi la coalizione di centrosinistra. Hanno votato per eliminare il BE e il CDU dal cammino di Costa. Un voto che ha scosso anche la destra. Il PSD sprofonda in una crisi interna dalle conseguenze imprevedibili. Dovranno, in un primo tempo, ridefinire il loro ruolo nella politica portoghese; scegliendo di conseguenza un nuovo leader. Positivo il messaggio di Iniziativa Liberale (IL) che ha fatto presa e aprirà il dibattito sulla politica economica e non solo. Da non ignorare, il risultato ottenuto dall’estrema destra, nazionalista del partito di Chega; costituirà un gruppo parlamentare abbastanza rumoroso da sovvertire o almeno disturbare il consenso democratico sui princìpi fondamentali.
Costa, ora che sarà svincolato dalle maglie della sinistra radicale, potrà adottare una linea più centrista ed europeista. Incoraggerà il paese ad uscire dal torpore che affanna la ripresa economica. António Costa voleva scendere dal “trabiccolo” per salire su un suv. Ecco, è stato accontentato.