A partire dal 1 giugno sarebbe dovuto entrare in vigore il divieto per i sacchetti di plastica, ma il governo ha cambiato le regole. Ai clienti che utilizzano sacchetti di plastica ultraleggeri per il pane, la frutta e la verdura, verrà addebitato il costo per il loro utilizzo nei supermercati, nei negozi di alimentari e in altri spazi commerciali.
Secondo il Ministero dell’Ambiente e dell’Azione per il Clima (MAAC), in futuro si darà la preferenza all’uso di borse di proprietà o di alternative riutilizzabili. L’uso dei sacchetti molto leggeri sarà soggetto al pagamento di un contributo simile a quello dei sacchetti di plastica leggeri.
Con questo cambiamento, il governo ritiene di essere in linea con gli standard europei. Quindi, non vi è un divieto assoluto per i sacchetti di plastica, ma i clienti dovranno pagare per il loro utilizzo. Tuttavia, il Ministero, supervisionato da Duarte Cordeiro, non ha specificato l’importo da pagare né la data in cui questa tassa entrerà in vigore.
Il ministro ha sottolineato che l’addebito dei sacchetti di plastica alle casse dei supermercati ha praticamente eliminato il loro utilizzo e con questa misura il governo intende replicare una politica che ha avuto successo in Portogallo.
Il pagamento dei sacchetti di plastica è stato introdotto nel 2015, focalizzandosi inizialmente sui sacchetti leggeri, seguendo le linee guida dell’Unione Europea per cambiare i comportamenti e ridurre l’uso della plastica monouso. In sette anni, la raccolta di sacchetti di plastica ha generato entrate statali pari a 2,1 milioni di euro.