[AGGIORNATO il 13.03.2025, 13:15] La crisi di governo in Portogallo è esplosa, l’11 marzo 2025, con il mancato voto di fiducia all’esecutivo guidato da Luís Montenegro, leader socialdemocratico di centrodestra. Con questa decisione, il governo è costretto alle dimissioni, portando il Paese ad affrontare, per la terza volta in soli tre anni, un nuovo appuntamento elettorale. L’attuale esecutivo, una coalizione bipartitica al potere da meno di un anno, godeva di una fragile rappresentanza parlamentare con soli 80 seggi in un Parlamento composto da 230 membri.
La richiesta di fiducia si collocava in un contesto di forti tensioni politiche, amplificate dalle accuse di conflitto di interessi che gravano sul premier. L’opposizione, compatta, aveva chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare per esaminare i fatti. Ora si andrà ad elezioni politiche anticipate il 18 maggio, rivelando così un panorama politico sempre più instabile.
L’Ultima Battaglia del Governo Montenegro
“Abbiamo tentato ogni possibile strada per evitare questo scenario”, ha dichiarato Montenegro dopo l’esito del voto parlamentare. Tuttavia, dopo un dibattito acceso durato oltre tre ore e la pausa per negoziati dell’ultimo minuto, l’assemblea non è riuscita a trovare un accordo. Con il voto contrario dei Socialisti e del partito di estrema destra Chega, il governo non è riuscito a ottenere la fiducia necessaria per proseguire il mandato.
Durante il dibattito, il PSD si era impegnato a partecipare alla commissione d’inchiesta sulle accuse rivolte al premier, chiedendo soltanto che i lavori si concludessero entro la fine di maggio. Tuttavia, la proposta si è scontrata con un netto rifiuto da parte del leader socialista Pedro Nuno Santos, che ha difeso la necessità di una durata più lunga per l’inchiesta. “Il Partito Socialista è rimasto rigido nel mantenere la sua proposta, cercando di prolungare politicamente questa crisi”, ha lamentato Montenegro, che continua a negare qualsiasi scorrettezza.
Accuse e Polemiche Intorno al Premier
Al centro dello scandalo, una società di servizi appartenente alla famiglia del premier, con contratti attivi con diverse imprese, alcune delle quali operano sotto concessione statale. In risposta alle critiche, Montenegro ha dichiarato di voler trasferire la proprietà aziendale unicamente ai figli. Non riuscendo tuttavia nel tentativo di placare gli animi e le accuse di conflitto di interessi. Tuttavia, le richieste di spiegazioni da parte dell’opposizione non si sono fermate.

Pedro Nuno Santos invitava Montenegro a chiarire la propria posizione nell’ambito della commissione parlamentare, mentre il premier uscente ribadisce di essere disponibile a fornire tutte le risposte necessarie. “So che i portoghesi non desiderano nuove elezioni, ma sono anche sicuro che non mi perdoneranno se permetteremo a questa crisi di trascinarci ancora più a fondo”, ha dichiarato Montenegro, dimostrando di voler affrontare questa situazione con decisione.
Il Presidente della Repubblica parla alla Nazione:
Marcelo Rebelo de Sousa, Presidente della Repubblica portoghese, oggi ha aperto il suo discorso alla nazione affrontando il contesto internazionale, con particolare riferimento al conflitto tra Russia e Ucraina e alla situazione politica negli Stati Uniti. Ha sottolineato l’importanza di un’Unione Europea forte e coesa in questo scenario globale. Successivamente, ha evidenziato i progressi economici del Portogallo, condividendo dati positivi sulla diminuzione della disoccupazione e il miglioramento della situazione finanziaria del Paese.
Riferendosi alla crisi politica interna, il Presidente ha spiegato come le mozioni di censura e fiducia abbiano portato alla caduta del governo. Ha annunciato che le nuove elezioni si terranno il 18 maggio 2025, una data concordata con i vari leader politici dopo incontri individuali. Pur riconoscendo che il Consiglio di Stato non auspicava nuove elezioni, ha ribadito il rispetto verso la decisione del Parlamento. Infine, ha esortato i partiti e i cittadini a favorire un dibattito politico chiaro e costruttivo durante la campagna elettorale.
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