Ecco la storia della crisi di governo in Portogallo. Il potere esecutivo del primo ministro, António Costa, è inaspettatamente caduto. La bocciatura dell’Orçamento de Estado sembra aver segnato la fine della geringonça, l’alleanza di sinistra che ha governato il Portogallo negli ultimi sei anni. Geringonça Portuguesa, che letteralmente significa marchingegno o trabiccolo, è l’attributo dato a quell’improbabile alleanza politica nata nel novembre 2015 tra i partiti di sinistra.
Partiamo dalla nascita. Le elezioni legislative del 4 ottobre 2015, vengono vinte dal partito di centro destra PSD con il 38,5%, in coalizione con il Partito Popolare. Che tuttavia non è riuscito a mantenere la maggioranza nel parlamento portoghese, cioè l’Assembleia da República. Il PS di António Costa era sotto di 6 punti. Poco dopo, il 10 novembre 2015, accade il rovesciamento del governo di centrodestra. È stato possibile solo grazie all’unione di tutta la sinistra intorno al nome di António Costa e del Partito Socialista. Quell’accordo nasce in mezzo ad una raffica di critiche. Da lì il nomignolo geringonça.

Ora con la bocciatura della legge di bilancio il “trabiccolo” si è rotto
Il Bloco de esquerda ed il Partido Comunista Português, che appoggiavano l’esecutivo di minoranza del socialista António Costa, hanno dunque votato contro l’Orçamento de Estado. Insieme all’opposizione. Bocciandolo. Dopo, aver combinato il fattaccio, sono arrivate le dichiarazioni che non era loro intenzione provocare una crisi di governo.
Ma la geringonça oramai si è rotta. Per rendersi conto solamente dopo, che i partiti non sono pronti per andare alle elezioni. Il centrodestra non ha un candidato, dato che il Partito Social Democratico (PSD) deve eleggere il suo nuovo leader a dicembre. Mentre nel Partito Socialista (PS) c’è maretta dopo gli insuccessi delle recenti amministrative e la sconfitta a Lisbona.
Il Presidente della Repubblica il 4 novembre ha sciolto l’Assemblea della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa in un discorso alla nazione ha sottolineato che dopo una crisi sanitaria, una crisi economica ed una crisi sociale, di una crisi di governo in Portogallo se ne poteva fare a meno. Non ha quindi nascosto la sua irritazione per la mancata approvazione del bilancio in un periodo decisivo per l’uscita del Paese dalla pandemia. “Era un Orçamento particolarmente importante” ha sottolineato con rammarico. Quindi applicando uno dei suoi poteri più forti, ha sciolto il Parlamento. Ha poi lanciato un monito ai partiti; “Campagne elettorali nei periodi di Natale e Capodanno sono indesiderabili”. Con una decisione, indipendente, il Presidente fissa quindi le elezioni per il 30 gennaio 2022.
Ora, gli analisti mostrano le loro perplessità, sulle conseguenze di questa crisi di governo. Quella che nessun partito voleva. Si teme infatti che dalle urne esca un Assemblea della Repubblica instabile, magari risultato di qualche nuova geringonça, ma questa volta di destra. Già perché i socialisti sarebbero avanti nei sondaggi, ma non a sufficienza per una maggioranza assoluta. Ed una nuova intesa con la sinistra appare improbabile.
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