Un Portoghese su due ha fumato almeno una volta nella propria vita. Questo è ciò che emerge dall’ultima rilevazione effettuata dalla V Indagine nazionale sul consumo di sostanze psicoattive nella popolazione generale 2022. Promossa dal Serviço de Intervenção nos Comportamentos Aditivos e nas Dependências (SICAD) analizza le informazioni più recenti sull’uso di sostanze illecite e sull’alcol, tabacco, gioco d’azzardo e slot machine in Portogallo.
I dati, dal 2007 vengono raccolti ogni 5 anni circa, ed analizzati. Rispetto al 2017 il consumo di tabacco a livello nazionale è aumentato del 2,2% mentre dell’alcol del 7,3%. I dati dell’ultimo quinquennio erano attesi, per l’analisi dell’impatto della pandemia sui comportamenti e gli stili di vita. Le tendenze che emergono sembrano comunque sostanzialmente in linea con le rilevazioni precedenti.
Le rilevazioni sono su 12.000 persone rappresentative per il consumo di alcol e tabacco in Portogallo
Dichiarano di essere fumatori il 27,8% dei giovani, il 35,8% degli uomini e 19,6% delle donne. Rispetto al 2017 i dati sono in calo, ma sono in aumento i consumi, dovuti anche all’aumento della popolazione in quelle fasce di età. Per il consumo di alcolici il 75,8% dichiara di averlo bevuto almeno una volta negli ultimi 5 anni. I sedativi sono un altro aspetto di questa raccolta dati promossa dal Centro Interdisciplinar de Ciências Sociais da Universidade Nova de Lisboa. Negli ultimi 5 anni i dati uso abituale sono calati. Il 2% degli uomini tra i 15-34 anni dichiara di esserne un utilizzatore abituale. Nella stessa fascia di età l’1,9% delle donne ne ammette l’uso.
I comportamenti di consumo considerati a maggior rischio sono di diverso tipo, tra questi spicca il cosiddetto “binge drinking”. Cioè il consumo di un alto numero di unità alcoliche in un’unica occasione. Questo riguarda almeno il 10,3% degli intervistati, che ne avrebbe abusato almeno una volta nell’ultimo anno. Specialmente negli uomini di età compresa tra i 25 ed i 44 anni. Una pratica abituale del cosiddetto “binge” riguarda il 6,1% del campione di intervistati.