Si tratta di un progetto pilota, non nuovo a dire il vero che in questi giorni ha visto il compiersi di alcuni passi avanti. Lavorare meno a parità di salario. Si basa su alcuni studi che comprovano i vantaggi nel permettere ai lavoratori una miglior gestione del tempo libero. Sintetizzabile nel concept dei quattro giorni lavorativi al posto dei tradizionali cinque, il Portogallo delinea le prime basi del progetto test. Nessun aumento di ore, nessuna riduzione di salario. Ad onor del vero non si sta inventando nulla. Già altre nazioni europee hanno adottato questa sperimentazione. Ad esempio l’Islanda, dove l’1% della popolazione è passata da 40 a 35 ore settimanali, spalmati su quattro giorni alla settimana. Qua i casi di stress da lavoro e assenze per malattia sono crollati. E la produttività, in alcuni contesti, è aumentata.
Non è l’unica nazione che, nel post pandemia, tenta di rivedere l’organizzazione del lavoro. Prima dell’Islanda, l’esperimento della settimana lavorativa di 4 giorni è stato avviato nel Regno Unito. Infatti dallo scorso giugno, oltre 3.300 dipendenti di 70 società britanniche hanno iniziato la prova della settimana corta. In Belgio, le 40 ore sono mantenute, ma si può scegliere se lavorare quattro o cinque giorni. Poi vi sono cinque paesi dell’Unione Europea dove invece non si supera il limite medio di 40 ore settimanali: Lituania, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Francia. L’impresa di telecomunicazione spagnola Telefónica ha invece abbandonato il progetto. In questo caso la riduzione di orario comportava anche una riduzione di salario.
Il progetto del governo di 4 giorni lavorativi in Portogallo
Secondo il documento del governo, l’esperimento pilota inizierà nel 2023. Parteciperanno solamente aziende del settore privato e avrà una durata di sei mesi. Sarà volontario e reversibile. Senza indennizzi finanziari dello Stato, che fornirà il supporto tecnico e amministrativo per sostenere il cambiamento. Ma l’esecutivo è tassativo: la sperimentazione “non può provocare una riduzione dello stipendio e deve prevedere la riduzione delle ore settimanali”.
Non verrà stabilito per legge un numero esatto di ore lavorative. Potranno essere 32 ore, 34 ore, 36 ore da definire in accordo tra direzione e lavoratori. Ma l’esperimento dovrà “coinvolgere la stragrande maggioranza dei lavoratori” dell’azienda, “ad eccezione delle grandi aziende, dove può essere adottato solo in alcuni stabilimenti o reparti”. Il calendario di questo progetto pilota prevede che nei prossimi mesi, fino a gennaio 2023 le aziende potranno manifestare il loro interesse. Poi sarà il periodo delle sessioni informative per “spiegare come si svolgerà lo studio”. Infine la scelta dei partecipanti è prevista per febbraio del prossimo anno.
Tra marzo e maggio si svolgeranno i preparativi per organizzare i quattro giorni settimanali. L’esperimento pilota, inizierà, in Portogallo, a giugno e durerà fino a novembre. Nel mese di dicembre 2023 sarà poi il periodo delle valutazioni finali. Ovvero gli amministratori decideranno se mantenere la nuova organizzazione o tornare alla settimana di cinque giorni. Magari adottando un modello ibrido.